E’ probabile che non vi sia sfuggito il tam tam mediatico che da ieri impazza sulla Rete (e non solo) a proposito del lancio di nuovi TLD.
Come spesso accade in questi casi i toni trionfali e l’interesse della stampa generalista portano a più disinformazine che altro, avendo già dalle prime ore fatto passare dei concetti completamente fuorvianti sul reale significato di questa liberalizzazione dei gTLD.
VEDIAMO DI FARE UN PO’ DI CHIAREZZA…
La notizia in breve è che durante il meeting annuale che si sta tenendo in questi giorni a Singapore, l’ICANN – l’ente no profit preposto a stabilire le procedure che regolamentano internet – ha approvato l’introduzione di nuovi gTLD, cioè nuove estensioni “generiche” di primo livello. Cio’ significa che in futuro accanto agli attuali .com, .net, .org, ecc… potremo avere altre estensioni come .azienda, .shop, .book.
Attenzione pero’, parliamo di domini di PRIMO LIVELLO, cioè .azienda sarà al pari di un .it solamente un’estensione (e non un dominio nell’accezione comune del termine) alla quale verranno poi associati i domini di secondo livello (i domini che generalmente noi tutti registriamo) come dominio1.azienda, dominio2.azienda e così via.
Questa precisazione dovrebbe già aver fatto alzare le antenne ai più addentro al mondo dei domini: quì non si tratta di registrare un singolo dominio, non si tratta nemmeno di diventare maintainer o registrar… quì si tratta di diventare dei veri REGISTRI per quella determinata estensione. Significa diventare un ente (pubblico o privato che sia) al pari del NIC.it, di EurID per i .eu o di Verisign per i .com!
Cio’ comporta ovviamente un grande sforzo sia dal punto di vista economico che tecnico/organizzativo, poichè ICANN vuole accertarsi che il nuovo Registro possa fornire delle garanzie dal punto di vista di erogazione del servizio e affidabilità, tenendo fuori cybersquatter e simili che cerchino di accaparrarsi il TLD giusto speculando sull’affare.
Le 352 pagine della guida indirizzata a chi voglia sottoporre un nuovo gTLD sono ricche di requisiti tecnici e garanzie finanziarie che è necessario fornire per poter sottoporsi al processo di valutazione di ICANN, operazione che non ha un esito sicuro potendo anche concludersi con un diniego o, in caso più organizzazioni richiedano lo stesso TLD, con una contestazione.
Last but not least il costo di tale procedura è di 185.000 $ per SINGOLO TLD: 5.000 $ da pagare al momento della richiesta e il resto da corrispondere durante le varie fasi di approvazione (che possono portare a un aumento del costo nel caso siano richieste particolari analisi). C’è da dire che ICANN prevede un rimborso in caso la propria proposta non venga accettata, pero’ si tratta sempre di un investimento ingente.
I tempi infine si prevedono ancora lunghi poichè la prima fase per sottoporre il proprio gTLD è prevista per gli inizi del 2012 mentre il loro lancio effettivo avverrà entro il 2013.
Questa lunga dissertazione non ha lo scopo di scoraggiare nessuno ma vuole sgombrare il campo da facili entusiasmi. Da quanto detto dovrebbe esser chiaro che non si tratta di registrare per un proprio cliente .salumeriarossi invece di salumeriarossi.it, ma di un’operazione molto più complessa e impegnativa.
Non a caso chi ha spinto da tempo per la liberazione dei gTLD annovera nomi quali Canon e Sony, aziende di un certo calibro e con un marchio forte che non avrebbero certamente problemi a farsi carico di un investimento del genere, potendo ben sfruttare la differenziazione dei servizi che cio’ consente. Un’azienda che offre una rosa variegata di prodotti come Sony potrebbe ad esempio ben sfruttare tale opportunità creando diversi domini specifici come playstation.sony, music.sony, tv.sony, cameras.sony, attivando per i milioni di utenti iscritti al servizio Playstation Network caselle di posta @psn.sony e così via.
Un’altra categoria comprende chi desideri diventare il Registro di una determinata estensione per la quale ha sviluppato un’idea. La cosa è sicuramente interessante ma raccomandiamo di analizzare seriamente cosa cio’ comporta prima di lanciarsi nell’impresa.
Chi è interessato puo’ continuare l’analisi direttamente sul sito di ICANN (http://www.icann.org) oppure leggendo questo interessante articolo che analizza le modalità e i costi dell’operazione: http://www.geek.com/articles/geek-pick/gtlds-whats-the-process-and-how-much-pay-icann-20110620/
Con la speranza di aver fatto un po’ di chiarezza sull’argomento della settimana – o almeno di aver scatenato qualche dibattito! – rimaniamo disponibili ai nostri consueti canali per proseguire la discussione.